Teresa d'Avila
Ciò che affascina e attrae è la natura dello sguardo con cui Vita Sackville West investe la narrazione della vita di Santa Teresa. E' uno sguardo a suo modo 'profano', come è intrisa di profanità la vita di Santa Teresa che l'autrice ci consegna. Uno sguardo in sospetto di eresia, attento soprattutto alla vita materiale e fisica di Teresa, rivolto con eleganza e malizia ai 'segreti' di cui gli scritti di Teresa non parlano. Uno sguardo amorevole soprattutto nei confronti di un corpo che, nonostante le malattie, i probabili collassi, la fatica e i disagi fisici, si mantenne misteriosamente intatto in morte, miracolosamente indenne da qualsiasi forma di corruzione. Quel corpo che Teresa decide di sottrarre allo sguardo e ai piaceri del mondo è in realtà il bene più prezioso e privato che Teresa possieda, perché quel suo corpo - trascinato nella luce e nel buio - che, dopo l'estasi, Teresa ritrova 'tramortito', è il luogo in cui l'estasi prende forma, è il luogo in cui la conoscenza ha luogo. Riesumato più volte, esaminato, toccato, tagliato, amputato in più punti, il corpo di Teresa continua a violare a sua volta le leggi di natura: dopo anni permane sodo, emana profumi dolci, si arrende docile alla lama che vi penetra. La vivisezione cui i suoi scritti - quand'era in vita e subito dopo morta - erano stati sottoposti, per verificarne la 'santità', sintomaticamente riguarda per anni il suo corpo morto. Mostruosamente 'perfetto', innaturalmente preservato, il corpo di Teresa diventa, così come i suoi scritti erano stati oggetto di sospettosa curiosità e invidia sospetta, oggetto di barbara devozione e trucida curiosità. Attraverso la reinvenzione della sua vita, Teresa d'Avila è ancora una volta miracolosamente viva. E' una donna piena di energia, ironica, capace di abbattere gli ostacoli più insormontabili per fondare i suoi conventi. Di lei Vita Sackville West ama ricordare una particolare richiesta a Dio: "O Signore, liberatemi dai santi musoni". Ama ricordarne la volitività: "Questa visionaria fu una tra le creature più ostinatamente e volitivamente pratiche che il mondo abbia mai conosciuto".
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