E una vita che ti aspetto
Francesco è un normale trentenne di oggi. Lo si deduce dal fatto che ha un lavoro stressante, anche se remunerativo, che fa per comprarsi cose che gli plachino lo stress, dovuto peraltro a un lavoro stressante, che fa per comprarsi cose che... Ma lo si deduce anche dalle sue storie di sesso, con tipe una diversa dall'altra: quella che dà l'ansia da prestazione, quella con "la patata anni Ottanta con tanti peli che formano un triangolo", quella che "dimmi che sono una troia" e quella che "troia dillo a tua sorella". Sente il bisogno di star solo ma ha paura di tagliarsi fuori dal branco, adora i genitori ma non è mai riuscito a comunicare col padre, si fa le canne ma vuole smettere di fumare, è ansioso di crescere ma rimpiange la nonna che lo portava alle giostre. Francesco vuole solo spostare il cuore al posto del cervello e viceversa, vuole solo far venir fuori quello che è veramente, vuole solo riappropriarsi del suo tempo, imparare a volersi bene, affrancarsi dalle sue tante schiavitù, incontrare la donna giusta senza dover indossare la calzamaglia del principe azzurro. Insomma, robette da niente. Affrontare senza pippe new age, senza psicanalasi d'accatto o vertigini filosofiche. Affrontate come può farlo un ragazzo normale, con una buona dose di coraggio e tanta autoironia. Si possono vincere la depressione, l'ipocondria, il torpore esistenziale? Chiedetelo a Francesco. E a Ilaria. Non dovremmo anticiparlo, ma il tutto ha un lieto fine. Perché in conclusione arrivano i nostri. E si capisce che i nostri siamo noi. Con questo nuovo libro Fabio Volo si conferma capace di esplorare con un linguaggio semplice mondi interiori complicati, di tutti e di ognuno.
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