In piena notte
Un matrimonio esemplare e un'esemplare separazione: la storia di Enrico e Diana ha seguito la parabola delle unioni che cominciano quando si è molto giovani e molto innamorati. Un sodalizio, il loro, che sembrava incrollabile; una vita professionale appagante per entrambi, amici affettuosi, tre figli intelligenti e simpatici. Ma Enrico, sul volgere dei cinquanta, come nel classico dei disordini, degli sconvolgimenti umani e familiari, s'innamora di una giovane donna e decide, anche perché da questa ragazza aspetta un figlio, di abbandonare la moglie. Eppure, come hanno già programmato da tempo, Diana, Enrico e i figli compiono un viaggio in Tunisia ospiti del fratello di Diana, Filippo, e del suo compagno Francis. Sembrerebbe che Farinetti, sottile interprete delle relazioni e dei legami affettivi, abbia voluto attraverso lo sguardo smarrito di Diana (un nuovo, importante personaggio femminile "In piena notte" al centro della vicenda) mettere in scena un tipico dramma borghese. Invece non è così. Lo scenario di composta malinconia da cui prende le mosse il romanzo è destinato a essere sconvolto da una vicenda di proporzioni inaudite, da una tragedia capace di generare uno sconcerto e un dolore quasi irraccontabili. Ed è proprio l'insostenibilità di questo enigma dell'anima, che ha per sfondo le rovine di Cartagine e la morbida luce invernale della costa tunisina, la scommessa che l'autore propone a se stesso e a chi legge. In questo nuovo romanzo di Gianni Farinetti ritroviamo - secondo la sua personale 'saga di famiglia' - volti e figure apparsi nelle precedenti opere; ma questa volta l'autore mette le sua abilità di tessitore di trame, la capacità di controllare i meccanismi della suspense al servizio di un dramma abissale, di un inferno psicologico che affonda nel mistero fino all'insopportabile. E lo fa legando, con coinvolgente sensibilità, i toni lievi della commedia all'incalzante stupore della tragedia.
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