Un libro che, tecnicamente, risulta perfetto, nella struttura, nel ritmo, in quel gioco di accenni, di presentazioni che vengono interrotte per riprendere successivamente. Senza che mai, l’attenzione del lettore e la tensione dell’insieme, vengano meno. Anzi. Ne escono quasi esaltate proprio per una struttura quasi a scene separate l’una dall’altra. Che trovano continuità proprio nel sottofondo di cui parlavamo all’inizio. Fruttero e Lucentini hanno sì costruito un giallo...
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