Un'estate difficile

Un romanzo aspro e forte, questo, che Luce d'Eramo aveva consegnato all'editore poco prima di morire. E' una storia di famiglia, sofisticata nella ricostruzione dei sentimenti, nell'intrecciarsi dei rapporti e nell'analisi minuziosa dei rancori, eppure il racconto è semplice, dalla trama quasi elementare, assolutamente chiaro, fin dalle prime battute, nelle sue dinamiche e nelle sue contrapposizioni. Siamo sul finire degli anni Cinquanta, in città e luoghi non nominati e in un dopoguerra soltanto accennato. Su uno sfondo così, spicca con maggior forza il secco disegno della vicenda: Cesare e Cristina, marito e moglie, medici entrambi, approfondiscono le ragioni della loro reciproca insofferenza. Lei, appassionata del suo lavoro e in cerca di un'indipendenza che la società ancora non concede alle donne, è spesso assente, stanca, irritabile, divisa com'è tra i doveri di moglie e di madre e le responsabilità di pediatra e di ricercatrice. E per contrastare solitudine, gelosie, paure e stanchezza, non esita a fare uso della morfina. Lui, superficiale, egocentrico e pervicacemente bugiardo, è attratto da tutte le donne, nelle quali però cerca soltanto uno specchio per contemplare se stesso; dopo aver tradito il sogno, l'ideale della medicina, condiviso con la moglie in gioventù, per 'accasarsi' nel lavoro impiegatizio di ispettore della Sanità, ha anche tradito la moglie, e continua a farlo, con Assunta, la domestica, una giovane donna dal carattere fiero, nonostante le privazioni della dura infanzia. Tra Cristina e Assunta riuscirà comunque a farsi strada una complicata e a volte tenera solidarietà femminile. Nell'"estate difficile" in cui i conflitti precipitano, nessuno dei protagonisti è incolpevole, ciascuno col propio carico di durezze, egoismi, insensibilità. Con quest'ultima prova dal tema affilato, Luce d'Eramo ribadisce le sue caratteristiche più spiccate di scrittrice e di donna: lo spirito indomabile, l'intelligenza non allineata, la curiosità per gli [...]