Il sangue degli altri
"Il sangue degli altri e il nostro è lo stesso sangue": un legame indissolubile unisce la nostra esistenza a quella degli altri, delle persone che ci sono più care e vicine, come di chi ci è sconosciuto e lontano. Scegliendo - o rifiutandoci di scegliere - siamo sempre responsabili dei nostri atti, di cui, pure, non possiamo prevedere le conseguenze. L'ansia morale che segna tutta la maturazione di Jean Blomart, il protagonista di questo bellissimo romanzo di Simone De Beauvoir, si fa più tesa e profonda allo scoppio della Seconda guerra mondiale, di fronte all'occupazione nazista di Parigi: ora più che mai ognuno deve scegliere, ognuno è responsabile. Ma sarà la giovane Hélène, vitale e appassionata, sfrontata e coraggiosa, forte soprattutto del suo amore per lui, a essere ferita a morte in un'azione partigiana. Nulla potrà mai liberare Blomart da questo rimorso, nemmeno le parole che Hélène gli ripete nella sua agonia: "Sono stata io che ho voluto andarci". Eppure Jean continuerà a lottare, perché se si vuole che la vita abbia un senso e che la libertà esista, bisogna anche accettare "il rischio e l'angoscia", la colpa inespiabile che le nostre azioni comportano.
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