I rotoli del Mar Morto. Le radici ebraiche del cristianesimo
Carsten Peter Thiede ha già fatto discutere il mondo in seguito alle sue scoperte papirologiche sulle origini dei vangeli. Ora, in questo nuovo e affascinante libro, rivolge la sua attenzione ai più enigmatici documenti antichi mai ritrovati, i Rotoli del Mar Morto. Basandosi su risultati ottenuti grazie a metodi pionieristici in ambito papirologico, Thiede rivela che la biblioteca essena rappresentata dai Rotoli di Qumran è la prova dello strettissimo legame tra i primi cristiani e la religione ebraica. A partire dalla loro casuale scoperta nel 1947 da parte di un beduino, il libro racconta la complessa storia dei Rotoli e la straordinaria varietà di interpretazioni di cui sono stati fatti oggetto, fino all'ipotesi poliziesca di complotti da parte del Vaticano e di potenti servizi segreti occidentali per occultarne una parte. Tutto ciò, però, serve all'autore solo per preparare il terreno all'unica seria possibilità interpretativa, che è quella di leggere gli antichi documenti ebraici nel contesto delle conoscenze acquisite riguardo agli esseni e alla comunità di Qumran. E' in questa prospettiva che Thiede presenta una scoperta straordinaria: quella che, in un frammento di un rotolo, individua un passo del Vangelo di Marco. Ciò testimonia non solo che il Vangelo di Marco fu scritto prima dell'anno 70, ma anche che gli esseni si erano procurati e avevano studiato i testi dei cristiani, ai quali quindi guardavano come a persone con cui vi era molto in comune. La scoperta di Thiede ha delle illuminanti ripercussioni sulle radici ebraiche del cristianesimo, così che il primo cristianesimo si deve considerare essenzialmente come una setta ebraica, non come una religione radicalmente nuova. Si tratta di una prospettiva che ha grandi implicazioni per il modo di considerare non solo il contenuto dei Rotoli e la storia del cristianesimo primitivo, ma anche il futuro delle religioni ebraica e cristiana e il dialogo interreligioso davanti a loro.