Apparizione e visione. Vita e opere di Anna Maria Ortese
L'aspetto del carattere di Anna Maria Ortese che ha sempre definito la sua immagine pubblica è la riservatezza, la scontrosa ritrosia a parlare e far parlare di sé. "Io sono una persona antipatica. Sono aliena, sono impresentabile" ha affermato la grande scrittrice, che nel 1953 Vittorini definì "una zingara assorta in un sogno". Eppure, nell'arco di una carriera letteraria durata più di mezzo secolo, le occasioni in cui l'Ortese si è perentoriamente imposta all'attenzione non sono certo mancate: a partire dall'esordio nel 1937 - abilmente orchestrato intorno alla 'fanciulla prodigio', da Massimo Bontempelli e Valentino Bompiani - e dal "Mare non bagna Napoli", seguito da polemiche tanto feroci da costringere l'autrice ad abbandonare per sempre la sua città. E poi un'altalena continua di successi e insuccessi, momenti di celebrità e lunghi anni di oblio, ambiti riconoscimenti - il premio Viareggio, lo Strega, il Campiello - e cocenti delusioni. Fino alla tarda riscoperta, agli unanimi apprezzamenti di critica e di pubblico tributati al "Cardillo addolorato", best seller degli anni Novanta. Il suo isolamento e la Sua irraggiungibilità nascondono in realtà una vita fitta di relazioni culturali ma anche sentimentali, di stretti quanto imprevedibili rapporti con personaggi celebri - scrittori, intellettuali, politici di primo piano, uomini di spettacolo - e cari amici sconosciuti. Una vita avventurosa, dominata dal demone della fuga, una vita randagia all'insegna della letteratura, costellata da più di venti volumi - la cui storia editoriale è in questa biografia puntualmente ricostruita - e da centinaia di articoli giornalistici di cui la stessa autrice aveva perduto il ricordo. Per raccontare questa vicenda, per rompere il velo di un silenzio ora subìto ora impugnato come stile di vita da una donna e da una scrittrice profondamente anticonformista, Luca Clerici ha innanzitutto catturato le parole disperse di Anna Maria, ritrovate in un numero impressionante di testi sconosciuti (più di cinquecento fra articoli, racconti, reportage, poesie, divagazioni, recensioni) e in circa settecentocinquanta lettere inedite inviate a una cinquantina di destinatari. Indispensabile riscontro, il ricordo dei testimoni: dalle figlie di Benedetto Croce alle amiche degli anni 'impegnati' (Rossana Rossanda, Maria Antonietta Macciocchi) fino ai colleghi scrittori (Raffaele La Capria, Lalla Romano, Fabrizia Ramondino, Dacia Maraini), ai critici (Pietro Citati, Goffredo Fofí) e agli editori (da Valentino Bompiani a Roberto Calasso). Così, dandole spesso la parola, Clerici racconta la vita di Anna Maria sullo sfondo della storia d'Italia dal fascismo agli anni Novanta, attraverso le vittoriose sfide dei Littoriali, la dissoluzione della famiglia, l'entusiasmo per la ricostruzione morale di una Napoli postbellica devastata e vitalissima, gli anni del giornalismo che esplorano criticamente l'Italia del boom, l'epoca della contestazione giovanile e del terrorismo, fino al momento del ritiro a Rapallo. Ma il libro non ritrae solo l'Ortese pubblica, la scrittrice timida e aggressiva che ha lavorato intensamente con editori e giornalisti di primissimo piano, lasciando di sé un ricordo indelebile e litigando con quasi tutti. Seguendo labili tracce autobiografiche spesso occultate nei testi letterari, Clerici riesce a tratteggiare le presenze più significative e segrete della vita affettiva di Anna Maria, a partire dal nume tutelare di "Angelici dolori" fino al grande amore degli anni Cinquanta, raccontato metaforicamente in "Poveri e semplici". E poi la passione per gli animali - i gatti come riferimenti fondamentali della vita domestica -, la lunga e contrastata convivenza con la sorella Maria. A tenere insieme i tanti volti della scrittrice - filo rosso della biografia - Clerici propone un'originale interpretazione critica delle principali opere in volume, che sullo sfondo dei tanti testi nuovi individuati dal biografo acquistano finalmente la loro più compiuta fisionomia, Ne emerge un percorso letterario e il racconto di una vita imprevedibile, orgogliosa e coerente nella sua affascinante marginalità.