Quaderni di Serafino Gubbio operatore
Pubblicato nel 1915 col cinematografico titolo "Si gira", riedito nel 1925 come "Quaderni di Serafino Gubbio operatore", questo è il romanzo in cui Pirandello si misura più direttamente col suo tempo di rivoluzionarie innovazioni tecnologiche. Romanzo polemico e controcorrente nel clima di una modernolatria dannunziana e futurista, i "Quaderni" si propongono a difesa di un teatro/vita (crocevia di partecipazioni emotive attori-pubblico), contro un cinema/forma (frigido ripetitore di stereotipati fotogrammi). Minacciato dall'incombente morte dell'arte, l'artista, rifugiatosi in una scrittura-terapia, rivendica un ruolo demistificatore verso la pervasiva e mercificante industria culturale, in grado di asservire alla logica del guadagno le più varie figure di intellettuali. Su toni anticipatori più dell'orrore allucinante di un Fritz Lang che dell'amara ironia di Chaplin, si consuma una moderna discesa agli inferi da cui emerge la persistenza della parola scritta. La struttura riflessiva dei Quaderni, sottolineata nella nuova titolazione, mentre afferma la morte del romanzo ottocentesco - adombrato nella vieta storia di amore e morte presa a mero pretesto di narrazione - apre al nuovo romanzo del Novecento, affidato a scansioni spazio-temporali tutte interiori.
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