Un problema di lupi mannari nella Russia centrale
Una straordinaria capacità d'immaginazione, uno humour nero feroce e abrasivo, un'incredibile ricchezza tematica e una magistrale padronanza dei più svariati registri narrativi: sono queste le doti che hanno fatto sì che Viktor Pelevin sia oggi considerato in patria e all'estero il più importante scrittore russo contemporaneo. E si tratta di qualità messe in piena evidenza in questa raccolta di racconti che disegnano la realtà desolata e inquietante dell'ex Unione Sovietica, una realtà fatta di enormi caseggiati fatiscienti, di caos politico, di una velenosa e frenetica proliferazione di uno pseudocapitalismo deforme e canaiesco. Lupi mannari, catastrofici incidenti industriali e meditazioni esistenziali di un'addetta alle pulizie dei gabinetti pubblici si alternano così a lezioni di marxismo-leninismo e a talk-show televisivi. La Russia di Pelevin è un Paese delle Meraviglie in fase preagonica, dove i boschi sono malaticci "come i discendenti di un alcolizzato" e dove anche i meravigliosi cigni neri che solcano gli stagni altro non sono che agenti del KGB vittime di un incantesimo.