Santa paura. L'arte di morire
Non si ha più paura di nulla. Pare. E così si finisce per avere paura di tutto. Si finisce per bloccarsi in un nonsenso che ignora stupore, gioia, forse anche l'odio. Vivere stanca. Altro che 'Dies irae' e 'Apocalisse'. Noia, piuttosto. Un enorme sbadiglio in cui si risolverebbero cronaca e storia.La morte - il mio, il tuo morire - è il primo tema censurato. Disturba. Inquieta. Forse non si riesce a metterlo perfettamente fuori margine. E se l'esistenza terrena fosse eterna? E se al di là si erigesse un giudice implacabile del nostro pensare e del nostro agire? Un giudice implacabile e crocifisso per amore? E se si compisse la beata speranza della comunione più intima e sorprendente con Dio, con i fratelli e con il cosmo?Anche molti discorsi religiosi - cristiani - sembrano aver perso serietà circa la morte. Se dev'essere esultanza, esultanza senza limiti sia. Ma liberamente scelta e con la terribile possibilità dell'Inferno. Se mancasse il quale, anche il Paradiso perderebbe consistenza.Non ci si consoli troppo presto in una illusa misericordia svenduta, o buttataci addosso. Un lembo di inquietudine forse rimarrà sempre.Un libro da leggere di nascosto, questo.
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