La Bibbia. 4.I profeti
La storia religiosa dell'umanità conosce molteplici categorie di personaggi che, a vari livelli e con diverse finalità, hanno preteso di rappresentare il volere della divinità: sacerdoti, maestri, sapienti, indovini, stregoni, monaci, sciamani... Il fenomeno del profetismo, invece, è tipico del solo Israele, e peraltro solo di un periodo ben delineato della sua storia. I primi profeti sorsero verso l'anno 1000, ma non scrissero nulla. Quello che sappiamo di loro (Natan, Elia ed Eliseo sono i più noti) è conservato nei libri storici (il secondo volume dei sei della Bibbia Oscar). E' solo verso il 770 a.C. - circa due decenni prima della fondazione di Roma - che inzia il periodo dei profeti scrittori. Il primo probabilmente fu Amos, il paladino della giustizia sociale; il secondo Osea, il cantore dell'amore tradito. Vennero poi i grandi classici: Isaia, considerato il Dante Alighieri della letteratura biblica, il modernissimo Geremia, l'enigmatico Ezechiele. L'ultimo dei libri profetici è quello di Daniele, che rispecchia la lotta dell'ortodossia ebraica contro l'ellenismo. I libri profetici dell'Antico Testamento sono diciotto, e con i loro oracoli, le loro visioni, il loro impeto mai sopito, parlano ancora oggi - secondo l'etimologia del termine "profeta" - in nome di Dio.
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