Non troverai i confini dell'anima

Per molti Reinhold Messner è una sorta di paradigma dell'uomo di fine millennio. Vuole tutto, ha compiuto imprese straordinarie e ha continuato a spingersi ai limiti delle possibilità umane: scalare in solitaria e senza maschere d'ossigeno vette da ottomila metri, attraversare le grandi distese di ghiaccio e i deserti di sabbia della Terra senza l'ausilio di supporti tecnici. Niente lo ha indotto a rinunciare all'alpinismo estremo, né la perdita del fratello e di altri compagni di spedizione, né gli incidenti e i problemi di salute.Ma delle proprie imprese Messner ha sovente messo in luce anche gli aspetti psicologici. E si tratta di esperienze non meno estreme, in cui la figura dell'alpinista solitario sembra conciliarsi con quella del monaco in meditazione: la disperazione di alcuni momenti, il timore delle forze della natura e la perplessità dinanzi alle frontiere della tecnica e del progresso, gli interrogativi sul senso della propria vita."Non troverai confini dell'anima" indaga la biografia interiore, l'aspetto umano di questo irrequieto 'uomo d'avventura'. E ne individua un nodo centrale, quello dei 'confini', della 'frontiera': qualcosa che Messner accetta solo per andare oltre, mai soddisfatto dei risultati raggiunti; qualcosa che rappresenta insieme la dimensione degli affetti, della nostalgia, del dovere - il paese dell'infanzia, la famiglia, l'impegno politico - ma anche il punto di partenza verso l'inesplorato, i grandi misteri della nostra esistenza.Ne esce il ritratto spirituale di un uomo che, in un mondo sempre più condizionato dalla tecnica e sempre più tentato da esperienze 'virtuali', cerca ancora di essere padrone della propria vita.