Uova fatali
La terrificante ipotesi di una pianificazione genetica degli uomini, con il pericolo di un presunto progresso impossibile da controllare, trova nel grottesco racconto "Le uova fatali" (1942) l'esito di una brillante utopia negativa, o contro-utopia. Da un punto di vista paradossalmente 'conservatore', Michail Bulgakov scorge nell'invenzione del raggio rosso portatore di vita, fatta dal professor Persikov in laboratorio, il rischio di ogni rivoluzione tecnologica, nella convinzione dell'assoluta necessità di subordinare per principio le ideologie e i sistemi al benessere reale dell'uomo. Un racconto satirico e avveniristico che è una specie di 'conte philosophique' fantascientifico, in cui l'invincibile, ottuso strapotere burocratico e poliziesco genera i mostri che sono fra noi.