La casa col mandorlo
Che cosa spinge l'inquieto personaggio Tomizza, istriano (e quindi sotto l'amministrazione jugoslava), a scegliere l'Università di Belgrado invece di quella di Trieste, ancora governata dagli Alleati? E che cosa lo attira così fortemente verso l'esile e povera Elisa, già appartenuta a tanti, e poi da tutti abbandonata, dopo la scoperta che è ammalata di tubercolosi? Scrittore dalla forte personalità espressiva, di chiara appartenenza mitteleuropea, Tomizza si ribella alla realtà contingente di un popolo da sempre in conflitto con le sue origini culturali e costretto dalla storia a scegliere diaspora e rivolta, e dà vita, in questa raccolta postuma di racconti, a un ampio ventaglio di temi e avvenimenti. Si va infatti dai leggendari rituali contadini, ruotanti intorno alla "parrocchia", alla memoria dei vicini di casa trapiantati in Friuli ai tempi dell'esodo; dalla rappresentazione simbolica di tanti sbandati attraverso la storia travagliata di una casa, al sogno di una camera d'affitto nella quale sfilano le figure femminili di una vita. E poi, come araldici stemmi dalla forte suggestione evocativa, ci sono Umago, Materada, Buje, Giurizzani, i suoi luoghi di sempre, a testimoniare di un mondo che sta per svanire insieme ai suoi personaggi minimi e straordinari: rappresentanti di quel grumo emotivo della memoria che in Tomizza assurge a metafora storica ed esistenziale dell'uomo di frontiera, incatenato alle sue radici e nel medesimo tempo proteso verso l'altrove.
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