L'inverno del nostro scontento
Lo Steinbeck del dualismo poveri-ricchi (quello dei contadini di "Furore", dei paisanos di "Pian della Tortilla" o del mite e tragico deficiente di "Uomini e topi") con "L'inverno del nostro scontento" muove decisamente verso la satira di ambiente sociale. Il libro racconta infatti l'avventura morale di un piccolo uomo di provincia, pago del suo modesto destino, che d'improvviso, quasi invasato dalla religione del successo, tesse una trama sottile e tenace attraverso la quale muove alla conquista del potere e della ricchezza, mascherando il proprio arrivismo sotto le più nobili e conformistiche virtù del cittadino medio americano. Incorniciando le gesta di questo eroe in una tipica cittadina marittima del New England, con un altrettanto tipica popolazione di 'indigeni' e immigrati di varia origine e ancor più varia mentalità, Steinbeck ci offre un vero e proprio spaccato di quell'America di provincia, gretta e invischiata nel mito del benessere come conquista della felicità, che tanta parte ha avuto nella letteratura statunitense del Novecento.
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