Il libro nero del comunismo
85 milioni di vittime: questo è stato l'enorme costo del comunismo. Ma com'è potuto succedere che un ideale di emancipazione e di fraternità universale si traducesse, già all'indomani dell'ottobre 1917, in dottrina dell'onnipotenza statuale, in discriminazione generalizzata di interi gruppi sociali, in deportazioni di massa e atroci stermini? Il libro nero del comunismo rompe il muro del silenzio, e grazie a documenti reperiti in archivi fino a ieri inaccessibili e a una paziente raccolta di testimonianze contribuisce a stabilire un'atroce verità: i paesi comunisti si sono dimostrati molto più efficienti nella produzione di gulag e cadaveri che in quella di grano e di beni di consumo. In queste pagine, per la prima volta, un gruppo di storici tira le somme, continente per continente, paese per paese, dei crimini perpetrati sotto le insegne della falce e del martello. E consegna ai lettori un documento sconvolgente, di portata epocale.I testi del volume sono di Stéphane Coutois, Nicolas, Werth, Jean-Louis Panné, Andrzej Paczkowski.
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