Le più belle poesie
Nate per commentare i fatti del giorno, le poesie in dialetto romanesco di Trilussa (Roma, 1871-1950) possiedono in realtà una dimensione sovratemporale, proprio come eterne sono l'astuzia, il sopruso, la violenza e le altre costanti della natura umana che esse mettono alla berlina. E' dunque sulla traccia di una fatalistica compassione per ogni inevitabile ingiustizia che, dopo i sonetti dedicati alla cronaca quotidiana, nascono le favole trilussiane, abitate da animali parlanti che sono veicolo ed espressione di una profonda e dolente saggezza. Da quella stessa vena di felice e imprevedibile narratore sgorgano le fiabe più tarde, gli apologhi, i brevi epigrammi su situazioni e creature. Testi in cui la malinconia e il guizzo ironico del poeta contaminano di una umanissima riflessione la sua fondamentale vena satirica, illuminando con una semplice grazia popolare grandi verità senza tempo.
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