Presi per i capelli
E' il destino dei grandi personaggi quello di essere osservati, misurati e pesati con cura e poi (non sempre, per loro fortuna) di finire in un libro. Osservati e ascoltati, in questo caso. Franco Bompieri non è solo un ritrattista. C'è qualcosa di più in questa raccolta di facce e caratteri: c'è una Milano di cui s'è quasi persa la memoria. C'è un'epoca non così lontana, tutto sommato, eppure familiare ormai a pochi sopravvissuti che viene interpretata atraverso molti dei suoi protagonisti. Per questo, il gusto intenso di certi aneddoti sfuma così spesso nella melanconia dolceamara che solo le cose perdute riescono a comunicare. Dopo aver cominciato, a quindici anni, come ragazzo di bottega da un barbiere di Lambrate, i cui clienti erano soprattutto netturbini, Bompieri è divenuto prima lavorante, poi socio e infine proprietario dell'Antica Barbieria Colla. "Non esistono eroi, per i loro camerieri" ripeteva Napoleone. E certo non esistono vanità nascoste per chi, oltre che osservare, sa ascoltare e capire. Visti da vicino, i clienti più celebri rivelano involontariamente i loro tic, le manie, la grandezza della semplicità e la piccineria della superbia: da Zavattini, che non voleva esser toccato, a Calindri, che cambiava continuamente la foggia dei baffi, a Piovene, che non si accorgeva di essere stato rasato senza la lametta, a Strehler, che a lavoro finito voleva le luci abbassate per valutare allo specchio l'acconciatura. Ma non c'è ombra di sarcasmo in queste pagine, anche se spesso sarebbe meritato. C'è amicizia, qualche volta. C'è rispetto, sempre. E una grande, autentica umanità.
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