Il superpresidente. Che cosa cambia in Italia con Ciampi al Quirinale
Alle tre del mattino di mercoledì 12 maggio 1999, Franco Marini affettava salumi abruzzesi in casa sua ai Parioli e beveva i vini migliori della terra natale in compagnia di due dirigenti del suo partito. Era ormai certo che il vertice di maggioranza avrebbe consacrato la candidatura al Quirinale del ministro dell'Interno Rosa Jervolino. Il segretario del Ppi fu invece svegliato, qualche ora dopo, da due autorevoli (e sgradevoli) telefonate: in nottata la situazione si era capovolta e il nuovo presidente della Repubblica sarebbe stato Carlo Azeglio Ciampi. La giornata di mercoledì fu tra le più drammatiche nella storia del Ppi e si concluse con una chiamata dello stesso Marini al ministro del Tesoro: anche i popolari avrebbero votato per lui.Che cosa era successo in quelle ore? Perché il Polo ha abbandonato l'idea di votare un popolare e ha unito i suoi voti al centrosinistra? Perché i Ds hanno bocciato la candidatura della seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Nicola Mancino? Perché Marini non ha mai risposto a una lettera di chiarimento che gli inviò D'Alema a elezione conclusa?A pochi giorni dagli avvenimenti, Bruno Vespa risponde a tutte queste domande e ricostruisce momento per momento la crescita della candidatura di Ciampi, arrivato alla certezza di essere eletto assai prima che la decisione fosse formalizzata. Per chiarire, infine, che cosa cambia nella politica italiana con l'elezione al Quirinale del grande laico che ha portato l'Italia nella moneta unica: un laico che va scrupolosamente a messa e che nel suo messaggio d'insediamento dinanzi alle Camere ha avuto parole di grande e inattesa apertura, oltre che per le opposizioni, per il mondo cattolico e i suoi valori.Il libro contiene anche un ampio autoritratto tracciato da Ciampi in una lunga conversazione con Vespa.
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