Viandanti dell'universo
Se i livelli energetici dell'elio, del carbonio, dell'azoto non fossero esattamente quelli che sono, non sarebbero potuti avvenire i processi di fusione nucleare che hanno sintetizzato gli elementi più pesanti, e senza questi elementi pesanti non sarebbe mai esistito Leonardo da Vinci, Bach non avrebbe mai scritto il "Clavicembalo ben temperato", e neppure questo libro e il lettore di questo libro sarebbero mai giunti all'esistenza.Per produrre gli elementi chimici necessari alla formazione degli esseri umani sono state necessarie tre generazioni di stelle. Le nostre origini chimiche sono nelle stelle e noi siamo intimamente legati all'energia e alla materia dell'universo di cui facciamo parte: siamo fatti di polvere stellare. Perciò quando ci chiediamo cos'è una stella, in realtà stiamo ponendo una domanda su noi stessi. E' quello che noi uomini abbiamo sempre fatto e continueremo a fare, quanto costituisce la nobiltà del nostro vivere, dagli antichi egizi fino ai più sofisticati osservatori astronomici di oggi. Ma l'universo, ogni volta che tentiamo di carpirne qualche ulteriore segreto, si incarica di ricordarci la nostra ignoranza. Sembra quasi che sia disposto a svelarsi solo quando noi, ammettendo la provvisorietà delle nostre conoscenze, ci riconosciamo viandanti, con lo stupore di chi sa gioire di ogni piccola novità e la saggezza di chi sa gustare ogni frammento di vita. Dalle complesse catene del DNA fino alle magnifiche strutture delle galassie tutto ci spinge alla meraviglia; a meravigliarci delle origini, della fine, dello scopo di tutto ciò. In questo modo sono le stesse scienze naturali a sollevare domande alle quali, con i loro rigorosi metodi, non sembra possibile rispondere. Più le scienze avanzano, più pongono quesiti che le trascendono.