Se 50000 leggi vi sembran poche. Nel labririnto delle istituzioni tra norme assurde e riforme impossibili
Viviamo in un paese in cui vigono, secondo le stime più prudenti, 50.000 leggi, che a volte durano giusto il tempo di girare la pagina della "Gazzetta Ufficiale"; un paese gravato da 735 versamenti fiscali, 43 dei quali cadono tutti lo stesso giorno, il 16 agosto; con una cinquantina di partiti che tendono a frazionarsi e dividersi progressivamente, e che spesso assumono i nomi più impensabili. Un paese delle amnistie sempre concesse e delle riforme solo promesse; nel quale le malattie vengono debellate per norma di legge; e dove ciascuno vuole fare il lavoro degli altri anziché il proprio, trasformando i deputati e i magistrati in legislatori. Un paese in cui i cadaveri devono essere dotati di passaporti mortuari, i decibel dei tosaerba sono regolati per direttiva comunitaria e persino i ritardi vengono talvolta prorogati. Eppure entriamo in Europa domandandoci, atlante alla mano, dove fossimo prima. Michele Ainis e Vincino ci raccontano, con le parole e con le immagini, le assurdità, gli eccessi e i paradossi dell'Italia, che si appresta ad affrontare il nuovo millennio passando dalla prima alla terza Repubblica, senza avere però mai conosciuto la seconda.
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