Visibilità zero. Le disavventure dell'on. Slucca
"Visibilità zero non è nato affatto come satira; scrivendolo, non mi sono affatto ispirato ai grandi maestri del dileggio e della fustigazione morale. La voce che sentivo a me più vicina era semmai quella di Gianburrasca, e l'on. Slucca, l'on. Migliarini, gli on. Rava e Fava, il vecchio senatore Portis, Dedé o' Dialogatore e tutte le altre silhouette messe qui in allegro movimento suscitano in me, e spero susciteranno nel lettore, sentimenti di divertita simpatia, non certo di astio o schernevole disprezzo."Dopo averli per anni seguiti e frequentati (ma solo in tv) con un senso di penoso squallore, mi sono chiesto per repentina folgorazione se i nostri politici non potessero dopotutto costituire un ghiotto materiale narrativo "leggero". Ho pensato al Club dei Fuchi, quel gruppo di amabili e stravaganti eroi immotalati da P.G. Wodehouse nei suoi romanzi; ho pensato al chiuso e delizioso mondo di piccoli malviventi, attricette, allibratori, sfruttatori, truffatori che Damon Runyon ha così mirabilmente circoscritto nei suoi racconti. Non si poteva tentare la stessa operazione col piccolo mondo di Montecitorio e dintorni? Con quel frusto linguaggio iniziatico tutto ammiccamenti, frasi fatte, passi avanti, muri contro muri, passi indietro, tavoli di concertazione, aperture, spiragli, chiusure che, se appena lo si rivolta, esplode nella sua meravigliosa ricchezza comica?"Non so se sono riuscito nell'impresa ma è comunque l'affetto, non il furore, la gratitudine, non il disgusto, che mi hanno indotto a questo esperimento. Per dirla in estrema sintesi, non dimentico che è pur sempre meglio convivere con Mastella che con Milosevic."
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