L'angelo sigillato-L'ebreo in Russia
Autodidatta, vissuto ai margini del mondo culturale e ideologico, guardato con sospetto negli ambienti letterari russi, Nikolàj Semenovic Leskòv (1831-1895) rivolge la sua attenzione ai diversi, agli emarginati. Con straordinaria abilità egli interpreta e riproduce nella scrittura il parlato popolare, traendo ispirazione per i suoi personaggi dall'esperienza direttamente attinta dal popolo tra cui viveva. Così, in questo volume, due opere in apparenza lontane, tuttavia paradigmatiche della poetica dello scrittore russo, si trovano a buona ragione accomunate: "L'angelo sigillato", un racconto incentrato sulle vicissitudini di un gruppo di ortodossi che, per il loro attaccamento alla fede tradizionale, vengono emarginati dalla Chiesa ufficiale, e "L'ebreo in Russia", un saggio inedito in Italia - scritto utilizzando un registro piuttosto formale, data la sua destinazione burocratico -ministeriale - sull'antisemitismo e i pogròm che funestarono l'Impero russo nella seconda metà dell'Ottocento. Due scritti che, con Il pellegrino incantato e Lady Macbeth in provincia di Mcensk (da cui Sostakòvic trasse l'opera lirica Katerina Izmàilova), danno la cifra dello spessore letterario di uno dei classici russi ancora ignoto al grande pubblico italiano.
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