Il mio nome a memoria

Il mio nome a memoria

"Un nome, non si trattava che di un nome."Questo romanzo è la storia di quel nome, della famiglia ebrea che lo porta, delle esistenze di uomini e donne che diventano - una vita, una morte e una nascita dopo l'altra - semplicemente, la 'storia'.Da Hartog figlio di Alexander, che nel freddo dicembre di un napoleonico 1811 diventa capostipite senza volerlo, all'Europa falciata dall'ultima guerra, alla Firenze del 1999, questo romanzo dimostra come una sola goccia possa diventare il mare e come un semplice nome possa generare il mondo.Dell'avventuroso Benjamin, a San Francisco nel 1854, si riesce a ricostruire il cammino che passa per le praterie e i villaggi di un paese inesplorato. Del sorridente George si arriva a seguire la "via d'acqua" da Rotterdam a Odessa, a Genova. Di Henriette si possono persino rivedere i capelli crespi e le labbra carnose, e di Ivan gli occhi celesti, ma dove saranno andati i passi leggeri di Johanna, come sarà stata la giovinezza di Emanuel e che fine avranno fatto i figli di Isaac, questo non si può sapere, è nebbia, intonaco bianco. Lo stesso intonaco bianco che i restauratori stendono sulle zone in cui il disegno originario è scomparso, nelle parti in cui non è possibile ravvivare quei colori che il passare dei secoli ha offuscato; l'intonaco bianco che è segno di resa ma anche di pudore, di rispetto.Nello scegliersi il cognome 'Straaten', strade, in olandese, il patriarca Hartog, con la veggenza che, alla lunga, i nomi inevitabilmete assumono, pur non essendosi mai mosso da Rotterdam precorre un destino di viaggi, di vie, di incoroci ai quatro angoli del mondo.
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