Il vero libro di Nan-hua
Pietra miliare e autentico capolavoro sia della letteratura sia della filosofia cinese, il Nan-hua chen-ching (Il vero libro di Nan-hua) sarebbe stato scritto dal maestro Chuang-tzu per poi essere con ogni probabilità ampliato e completato dai suoi discepoli nei decenni successivi nel corso del IV sec. a.C. Nello sviluppo della filosofia e della religione cinesi si colloca perciò come un testo che da un lato presuppone il Tao-teching di Lao-tzu e che dall'altro rappresenta un'anticipazione, un'ispirazione e un futuro punto forte di riferimento per la scuola taoista e per il buddhismo Ch'an. Un'opera di straordinaria ricchezza, fonte inesauribile di racconti, dialoghi, descrizioni, apologhi, considerazioni e fantasie dalla quale è sempre possibile tornare ad attingere; un pensiero che non vuole costruire un corpus dottrinario da memorizzare o assimilare ma vuole suggerire uno stile di vita, in armonia con la tradizione dei grandi maestri taoisti; un testo del quale nei secoli successivi è possibile rintracciare l'influsso in numerosissime opere figurative e letterarie.