Il male viene dal nord
Attorno alla figura del capodistriano Pier Paolo Vergerio il Giovane, giurista, nunzio e vescovo riformatore del XVI secolo, Fulvio Tomizza intesse la parabola esemplare nel bene e nel male di un antesignano "uomo di frontiera", già agli inizi divaricato tra due padroni, il Vaticano e la Corte di Vienna, e tra due costanti richiami: la viziata aria di Roma e il severo vento del Nord. Storia nella storia, puntello psicologico per la campata narrativa di dimensione europea, l'autore nelle pagine d'apertura, raacontandoci la sua Capodistria di dopoguerra, ci fa scivolare addosso il protagonista del suo romanzo, le cui propagini si allungano fatalmente ai nostri giorni. Con mano ben salda nel dirigere queste orchestratissime pagine, Tomizza lascia a noi il giudizio ultimo sul "suo" Vergerio pubblico e privato, che il 4 ottobre 1565 per alcuni"salì in cielo", per altri "voimitò lo spirito". Due sguardi divergenti che ancora oggi sezioamo un uomo di singolare ed enigmatico talento e nel contempo ribadiscono due inconciliabili modi di porsi di fronte alla realtà e alla vita.
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