Il negro del Narciso
Un'appassionante storia di mare e di avventura ma, come sempre in Conrad, anche molto di più. Non a caso "Il negro del "Narciso" - il suo primo romanzo realmente compiuto, apparso nel 1897 - ha avuto numerose stesure e ha dato adito a diverse chiave di lettura: simbolica, psicologica, politica. La nave e il suo equipaggio, infatti, in viaggio da Bombay a Londra doppiando il capo di Buona Speranza, costituiscono un microcosmo sociale, un piccolo pianeta in cui si riflettono scontri, angosce, dilemmi, illusioni della ben più vasta umanità. A turbare gli animi è qui la presenza cupa e ambigua di un negro, Jimmy Wait, imbarcatosi sul "Narciso" già molto ammalato, e quella del vile arrogante, Donkin: nemici eppure simili, entrambi egoisti, insofferenti alle regole, dotati di un fascino sinistro, a tal punto distruttivi da soggiogare i compagni fino quasi a provocare un ammutinamento. Attorno a un'esile trama, atraverso un linguaggio esuberante e intensamente evocativo, Conrad compone un grande affresco impressionista, al cui centro - in un confronto costante con la morte - è l'esaltazione della dura vita di bordo, con le sue incessanti fatiche, le logoranti bonacce, le terribili tempeste, ma anche con quei valori di solidarietà, di attaccamento al dovere, di eroismo a volte, che soli garantiscono la sopravvivenza della nave e della sua piccola comunità. E forse, più in generale, dell'umanità intera.