A lettere di fuoco
Inaridita nel corpo e nell'anima, da quattro anni Livia si è ritirata nella sua casa di campagna. Fabbrica erbari, usando fiori che dissecca - come ha disseccato le proprie emozioni - e che riunisce in composizioni di frigida eleganza. Ha eretto intorno a sé invisibili mura, una cortina di silenzio e solitudine. La notte sogna la sua stanza, il letto, i tendaggi lambiti da fiamme violente. Sono le fiamme del rancore, della sconfitta, di una storia d'amore interrotta non da una sua libera decisione né dalla volontà dell'amato, ma dalla morte che ha colto quest'ultimo in modo imprevedibile e improvviso. Così, tutte le ambiguità, tutti gli interrogativi che ogni vicenda sentimentale trascina con sé sono stati troncati a mezzo. Dalla notte di ferro e di fuoco in cui il deragliamento di un treno ha ucciso Lorenzo, la vita di Livia è raggelata dagli interrogativi inevasi e soprattutto da una domanda persecutoria: che cosa le avrebbe rivelato Lorenzo nel giorno del loro appuntamento mancato? Che avrebbe cominciato una nuova vita con lei o che sarebbe rimasto con la moglie?E' il fulmine di un temporale che, saettando dalla finestra e abbattendosi sul baule di legno in cui sono contenuti i ricordi dell'amore perduto, costringe Livia a riesumare le tappe della sua storia. Attraverso un'indagine puntigliosa ed emozionante, la donna rivive la piena della passione, le attese degli arrivi di lui, le notti d'amore e di veglia, e la gelosia per l'altra, la moglie: più forte, più furba, più abile o semplicemente più amata?Ormai prosciugati dagli anni, quei materiali si ricompongono davanti ai suoi occhi in un disegno di limpida chiarezza. Anche ora Livia è di fronte a un incendio: a bruciare sono le pile di carta assorbente con cui fino a ieri ha pressato e disseccato i fiori freschi, togliendo loro linfa, colore e profumo.
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