La collina di Brusuglio
Manzoni fu, per chi lo conobbe a fondo, "un enigma". E Pietro Citati, in questo ritratto intenso ed essenziale, non tenta di risolverlo, ma di avvicinarlo. Conosciamo così il Manzoni della giovinezza e il violento complesso edipico che l'aveva sconvolto; la felicità della convivenza con la madre, a Parigi e a Brusuglio, e poi del matrimonio con Enrichetta Blondel; i tremendi traumi nervosi che porto con sè la conversione alla fede cattolica. Passeggiamo insieme con lui nel suo giardino, coltivato con la competenza di un botanico, mentre nella fantasia comincia a prendere forma il suo "eterno romanzo". Conosciamo i dolori, le malattie, le morti che afflissero la sua maturità, le sue freddezze, incapacità e debolezze di padre. Ascoltiamo il vecchio gentiluomo discorrere con la piccola folla dei suoi amici; e assistiamo al suo progressivo appartarsi, angustiato da difficoltà psicologiche e materiali, fino al delirio degli ultimi giorni, quando si chiedeva: "Il Perdonatore mi avrà perdonato ogni cosa?".
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