Le sorelle Aguero
Quando, nel 1992, uscì il primo romanzo di Cristina Garcia, 'Questa notte ho sognato i cubano', il New York Times salutò con entusismo l'apparizione di una "magica scrittrice". Il libro fu finalista del National Book Award, e tutti i critici ne sottolineavano la ricchezza, la forza narrativa, la luminosa chiarezza con cui svelava un mondo di affetti e di legami familiari fra Cuba e gli Stati Uniti. 'Le sorelle Aguero' conferma oggi quello strordinario debutto: "Un piccolo capolavoro", l'ha definito il Time, "intenso, strano e sensuale come la terra e la gente di cui parla".Constancia e Reina Aguero sono sorelle ma non si vedono dall'adolescenza. Reina ha quasi cinquant'anni e vive a Cuba, anche se da molto smesso di credere negli ideali rivoluzionari. E' una donna imponente e solitaria, una scura bellezza dotata di una magnetica sensualità. Constancia invece quegli ideali non li ha mai accettati e si è autoesiliata in America. E' una donna minuta e aggraziata, rassegnata a un matrimonio senza passione. Reina crede solo in ciò che le offrono i sensi, "attraversa il mondo come se avesse diritto a tutto" e vive circondata dai ricordi del padre. Constancia crede nei "miracoli che avvengono ogni giorno, frutto maturato nella sventura", e ha ereditato una straordinaria somiglianza con la madre, una maschera difficile da portare.E' nella memoria dei loro genitori che le due sorelle sono rimaste inestricabilmente unite. Celebri ornitologi, Blanca e Ignacio avevano capito il linguaggo della natura e la magia della loro isola. Ma l'eredità lasciata alle figlie è una storia oscura, fatta di mezze verità e di menzogne, ed è proprio con quel mistero che le due sorelle devono combattere per potersi ricongiungere. Un moto che impercettibilmente le riavvicina, intrecciandosi con le vicende di chi sta loro vicino, figli, mariti, amanti, legami forti attraverso cui si definisce il loro fiero attaccamento l'una all'altra, alle proprie radice e al passato.
Momentaneamente non ordinabile