Il regno dell'uomo
Basilio Arvenis non è a suo agio in un collegio universitario come il Brandis tra i primi fermenti della contestazione studentesca. E nemmeno Milano gli piace. Meglio per lui tornare in Friuli a scrivere, a dipingere, a inventarsi una vita in sintonia con la natura. Intellettuale fuori dalle mode, artista alieno dalla nevrosi, Basilio diventa il punto di riferimento di Sandro, il giornalista amico che non ha saputo o voluto tirarsi fuori dalla mischia ideologica o rivoluzionaria, di Trajan, il filosofo nichilista travolto dalle sue stesse teorie, e di Patrizia, giovane provinciale assetata di successo. Nella finzione del romanzo Sgorlon adombra esperienze personali, ricrea situazioni e personaggi che, a partire dal Sessantotto, hanno segnato un'epoca di entusiasmi e di contraddizioni. Un'epoca di illusioni da cui si è salvato solo chi non ha perduto il sentimento della natura. Come Basilio Arvenis. Come Carlo Sgorlon.