Le novelle della Pescara
Se da un lato i temi della prosa verista - il senso tragico del destino umano, l'impietosa descrizione della fatica quotidiana del vivere - venivano interpretati da D'Annunzio a conferma della sua intuizione dell'importanza fondamentale degli istinti primitivi e animaleschi nella condotta umana, dall'altro il primato della letteratura oggettiva, senza intrusioni liriche o autobiografiche, con il conseguente risolversi dell'opera d'arte nello sforzo di ricostruire con precisione quasi scientifica il processo dei fatti, viene a coincidere con l'esigenza dannunziana di creare un nuovo tipo di prosa, capace di una descrizione quanto più oggettiva possibile della realtà psicologica umana. Le novelle della Pescara sono il tipico frutto di questa libera interpretazione dei motivi offerti dal Verismo. Dalla fredda raffigurazione di un caso patologico (La vergine Anna) al confronto tra morale e natura, con la vittoria di quest'ultima, in La vergine Orsola; dall'esplosione di istinti repressi (La veglia funebre) al quadro del dolore umano circondato dall'indifferenza del mondo naturale (Il cerusico di mare), le varie vicende che compongono la raccolta si articvolano intorno a un unico tema: la registrazione de3l soccombere dell'uomo di fronte all'ineluttabilità del suo destino.
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