Maria Teresa
L'orgoglio patriottico per il Risorgimento e la cacciata degli austriaci non ha mai fatto dimenticare agli italiani la sovrana che tra il 1740 e il 1780 fu duchessa di Milano, Mantova, Parma, Piacenza e Guastalla, nonché granduchessa di Toscana. Perché con lei si aprì nel Nord del nostro paese un'"età dell'oro" che durò almeno un secolo e vide enormi progressi in campo economico e sociale.E grandissima è rimasta la figura di Maria Teresa nella storia degli altri popoli che governò come erede degli Asburgo: fu arciduchessa d'Austria, regina d'Ungheria e di Boemia, imperatrice consorte del Sacro romano impero. Un regno sconfinato, che riuniva etnie, tradizioni e istanze lontane e inconciliabili. Franz Herre, autore di biografie storiche di grande successo, delinea il complesso ritratto di una sovrana che amava definirsi la madre dei suoi sudditi, oltre che di una numerosa prole (ebbe un matrimonio felice e sedici figli). Ma che fu anche e soprattutto una donna di grande acume politico, legata ai valori della tradizione e al tempo stesso illuminata nelle riforme: una monarca assoluta che pure mirò a costruire, superando gli innumerevoli poteri locali, uno Stato moderno, dotato di un forte governo centrale, di una burocrazia efficiente, di un esercito stabile e bene armato.Eventi contraddittori non mancarono di segnarne il destino. Amante della pace, dovette convivere con devastanti conflitti (la Guerra di successione austriaca e la Guerra dei sette anni); vide avviarsi al tramonto quell'Ancien Régime di cui condivideva i valori (in Francia, poco dopo la sua morte, la rivoluzione travolgerà la figlia Maria Antonietta); fu l'artefice di un forte Stato unitario al cui interno già si manifestavano i contrasti che lo avrebbero portato, infine, alla dissoluzione. Tuttavia l'impero austroungarico, grazie alle riforme di Maria Teresa, entrò nel nuovo secolo tra i paesi più forti e avanzati d'Europa.