Antologia palatina
Fiori e poeti. Ogni poeta un fiore: i gigli di Anite, il giacinto di Alceo, l'anemone di Asclepiade si intrecciano a formare la "corona" di Maleagro, il primo e più prezioso nucleo dell'Antologia Palatina. Dei 4000 epigrammi greci che compongono l'originaria vastissima raccolta, rinvenuta nella Biblioteca Palatina di Heidelberg nel 1607, Quasimodo traduce 245 composizioni, scelte tra le più significative lungo un arco di tempo che si estende dal IV secolo a.C. fino al VI d.C. Composizioni brevi, bozzetti di genere, amorosi o campestri, oppure iscrizioni funebri, epitaffi, gli epigrammi 'salvati' da Quasimodo (qui riportati con il testo originale a fronte) riflettono lo spirito della nuova società borghese alessandrina che perduti i valori 'eroici' e corali della città greca, scopre i controvalori dell'individuo e la realtà breve dell'esistenza umana.