Lo scrittoio del generale. La romanzesca epopea risorgimentale del generale Govone
All'ultimo piano del Museo del Risorgimento di Torino, in un famoso palazzo settecentesco, c'è l'archivio privato del generale Govone. Sono lettere, memorie, appunti che narrano la vita, i sogni e la realtà, le speranze e le delusioni, le avventure e la burocrazia di un servitore dello stato. La loro eccezionalità risiede nel fatto che le prime risalgono al 1848, alla vigilia della prima guerra d'indipendenza, le ultime alla presa di Porta Pia. In poche parole, raccontano il Risorgimento. Tutto visto dall'interno, con le vicende colte nel loro divenire, con l'insicurezza di cosa sarebbe successo dopo, narrate da uno che le viveva, le soffriva e ne gioiva, si guardava intorno e raccontava quello che vedeva. Inoltre sono testimonianza del tempo, di come fosse la vita a metà Ottocento: la guerra, le battaglie e la vita militare, ma anche i viaggi, il progresso, le città, la famiglia. Questo archivio narra anche una awentura umana. La gioventù con il suo senso di onnipotenza e libertà, fatta di entusiasmi e di avventure, segnata dalla terribile delusione della prima guerra d'indipendenza cui seguirono viaggi in Europa e una missionee in Oriente culminata con la carica leggendaria nella Valle della Morte di Balaklava. La maturità e le laceranti decisioni di un periodo di grandi passioni e drammatiche scelte: guerre e briganti, insurrezioni e repressioni, Garibaldi e Cavour.
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