Storia della Shoah. La crisi dell'Europa, lo sterminio degli ebrei e la memoria del XX secolo. 2.La memoria del XX secolo
Questo secondo e ultimo volume affronta (ed è un "taglio" assolutamente nuovo) la percezione dell'Olocausto: narra in qualche modo la Storia dopo la Storia. Come scrivono i curatori nell'introduzione "la percezione e la stessa conoscenza dell'insieme di eventi che va sotto il nome di Shoah sono "come tutti gli eventi storici, ma qui con una portata e con conseguenze eccezionali" il frutto di un insieme articolato e molteplice di rappresentazioni che hanno conosciuto una complessa evoluzione, legata alle trasformazioni della memoria, dei quadri culturali e politici di riferimento, delle espressioni artistiche, dei mezzi di comunicazione. Per lungo tempo, negli anni Quaranta e Cinquanta, l'Olocausto scomparve dalla scena e dal dibattito pubblico internazionali e per molti versi anche dall'attenzione degli storici, e fu percepito come un episodio della Seconda guerra mondiale, o comunque come una aberrazione della storia: il tragico ma circoscritto risultato di un'eclissi della ragione. Fu a partire dagli anni Sessanta che la riflessione storiografica e filosofica iniziò ad interrogarsi e a ripensare le reali dimensioni, le origini, i significati e le conseguenze di quegli eventi, grazie al contributo di storici come Raul Hilberg e George Mosse (già preceduti dalle ricerche pionieristiche di Lèon Poliakov e Gerhard Reitlinger) e di filosofi come Hannah Arendt e Theodor W. Adorno.
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