Gabriele d'Annunzio
Personaggio scomodo per la sua compromissione con il fascismo, D'Annunzio vede rinascere, negli anni Sessanta, un interesse straordinario per la sua opera di scrittore e per la sua vicenda biografica, consumata nel nome dell'arte e delle passioni, dove pubblico e privato sono stati saldamente intrecciati ed esibiti con sapienti iniziative di autopromozione. Questo volume intende dar conto di una scrittura fluviale, sintonizzata sulle novità culturali italiane ed europee, presentando, per passi antologici, la produzione del Vate, da "Primo vere" (1879) al "Libro segreto" (1935). Una scelta che si è avvalsa dei numerosi studi che hanno riletto la sua opera a più livelli: stilistico-formale, filologico, storico, biografico, ridisegnando l'immagine dello scrittore sullo scenario culturale del tempo. I testi sono corredati da note storiche, biografiche e stilistiche, con le quali si è tentato di "interpretare" il lessico "imaginifico" dannunziano, raccolto dai dizionari, inventato o sapientemente rimodellato nell'officina di un "artiere" della parola.
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