Ugo Foscolo
Amato e detestato in vita e in morte, presenza discussa ma costante nel canone letterario italiano, Ugo Foscolo resta uno snodo decisivo non solo per la poesia italiana, ma per la civiltà letteraria e per il suo immaginario. Le facce della sua figura prismatica sono ben rappresentate nelle pagine, celebri e meno celebri, qui raccolte: il manipolo dei versi riconosciuti e quelli disconosciuti ma significativi, le pagine del romanzo che fece respirare aria d'Europa alle nostre lettere, le faziose ma felici pagine critiche, con cui rilesse gli autori classici e gli scrittori del suo tempo, le lettere, calde eppur studiate, con cui costruì ossessivamente il mito del genio libero e infelice. Scambiate per espressioni frammentarie di una mente sperimentalmente inquieta, le scritture di Foscolo appaiono un autoritratto in movimento, teso alla costruzione del mito di sé come genio melanconico, amante programmaticamente infelice, uomo dalle tre patrie eppure esule per vocazione prima che per necessità. I testi sono corredati da note storiche, biografiche, filologiche e stilistiche che chiariscono la lettera e lo spirito di una scrittura complessa nel lessico e nella sintassi.
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