Nel 1970 avevo diciotto anni, una madre groupie scappata di casa, la passione per i Beatles e un amico più grande di me. Non avevo questa grande simpatia per Jimi Hendrix, gli scaffali pieni di dischi, una ragazza e nemmeno una macchina fotografica (non più). Suonavo il flauto nella banda di quartiere e facevo di tutto per sentirmi un perfetto ragazzo normale, fresco di diploma. Almeno fino a quando Orfeo non si presentò a casa mia con una due cavalli arancione e una cartina stradale dell'Europa. Destinazione: una piccola isola a forma di diamante incastonata nella costa sud dell'Inghilterra. Ci saremmo arrivati giusto in tempo, dopo aver rincorso bagliori di libertà da sud a nord, in posti peace tra gente love. 26-30 agosto 1970, Festival dell'Isola di Wight: c'ero anch'io, insieme a oltre seicentomila ragazzi, catapultato in un mondo che non conoscevo e che mai avrei pensato di amare. Cinque giorni di musica con i più grandi nomi del rock: Who, Doors, Jethro Tuli, Miles Davis, Chicago, Joni Mitchell, Ten Years After, Léonard Cohen, Joan Baez e quanti altri... Suonò anche Jimi Hendrix, questo me lo ricordo fin troppo bene. Cosi come ricordo bene il mio viso riflesso in occhi speciali, quelli di chi scopre che per cambiare gli altri bisogna lasciar andare noi stessi.
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Titolo: Destinazione Isola di Wight
Autore:
Antonio Oleari
Editore: Aereostella
Data di Pubblicazione: 2010
Pagine: 192
Formato: Brossura
ISBN: 9788896212110