L'Italia comincia a vedere la luce? Migliori rapporti con l'Europa, controllo più attento dei conti pubblici, lotta alla corruzione, stimoli alla crescita sono una buona premessa per fermare il declino. Eppure troppi sembrano dimenticare che il nostro paese potrà essere protagonista della crescita mondiale solo se ritroverà la capacità di fare impresa. Il settore manifatturiero continua infatti a essere un brand dell'Italia nel mondo prima di moda, arte, turismo, cucina: manufacturing e meccanica di precisione ci sono invidiati in tutto il mondo. Perché allora il made in Italy è diventato made in China? Per abbassare i costi di produzione, certo, ma così facendo abbiamo messo a rischio non solo i posti di lavoro, ma la nostra stessa capacità di innovare progetti e processi. Delocalizzare significa perdere qualità, competenze, sensibilità tecniche, miglioramenti incrementali, controllo della filiera, a meno di spostare all'estero anche la ricerca. Ma a questo punto sarebbe l'impresa tutta a battere un'altra bandiera. Per troppo tempo potere politico, forze sociali e purtroppo persino i media hanno scelto di ignorare il peso del manufacturing nella ricerca, nell'innovazione, nell'esportazione. E tempo di dedicarsi a una politica industriale seria su scala nazionale. Questo libro vuole ricordarci qual è la vera leva della nostra economia e ci spinge a riflettere che per il futuro dell'Italia il motore del nostro sviluppo non potrà fare a meno della chiave a stella.
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Titolo: Il dilemma dell'impresa italiana
Autore:
Armando Brandolese
Editore: Brioschi
Data di Pubblicazione: 2012
Pagine: 261
Formato: Brossura
ISBN: 9788895399812