Strade vuote non è una raccolta di racconti in senso stretto. I racconti si alternano a riflessioni dove la voce dell'autore si fa accorata e dolente fra ricordo e nostalgia. Dietro le quinte, protagonista è il tempo. Il riferimento a I sette messaggeri di Buzzati offre una chiave di lettura. Emblematico il brano d'esordio, intitolato proprio Il Tempo. La Sicilia dell'autore rimanda alla Recanati di Leopardi e a tutto quel mondo che ognuno di noi, a suo modo, ha sognato e sperato in gioventù. Ecco, allora, lo scacco esistenziale, fra ciò che era in passato (o si credeva che fosse) e ciò che il tempo ha prodotto con la sua azione. Prepotente affiora la nostalgia, come nel racconto L'attesa, dove l'intensità del ricordo fa rivivere un luogo abbandonato e momenti e figure ormai da tempo scomparsi o trasformati. Niente si salva dall'azione demolitrice del tempo: l'amicizia, l'amore, il matrimonio. L'autore presenta una folla solitaria in balia della tecnologia e del caso, dove gli affetti non durano o si degradano in vuote convenzioni. Molti capitoli sono dedicati alle donne. Sfilano una serie di personaggi, sono figure molto diverse, che emergono dal passato e vivono nel ricordo. La dolente ironia di Mancuso si abbatte su alcune delle protagoniste, ma sa creare anche momenti di esaltazione della figura femminile. Ecco allora l'omaggio di Donne in autunno, donne viste nella loro quotidianità di mogli, madri, nonne: "Le donne nell'autunno della vita svelano una bellezza candida, struggente". Sfila, come in una sequenza filmica costruita dallo sguardo amaro dell'autore che gioca fra ironia e compassione, un'umanità varia che corre insensatamente verso... non si sa bene cosa. Rimarranno soltanto strade vuote.
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Titolo: Strade vuote. Racconti brevi e divagazioni
Autore:
Salvatore Mancuso
Editore: Nicomp Laboratorio Editoriale
Data di Pubblicazione: 2020
Pagine: 104
Formato:
ISBN: 9788894989366