Il lavoro analizza la problematica della trasparenza sociale quale intangibile "bene" immateriale con un proprio valore d'uso pubblico e privato. L'indagine, svolta con costante attenzione ai più significativi orientamenti giurisprudenziali sui temi trattati e ai contributi della dottrina, si sviluppa secondo una linea tesa ad evidenziare come, nel diritto societario e dei mercati finanziari in particolare, l'obbligo di trasmettere notizie e dati sia lo strumento più adatto a dipanare i dubbi in merito alla validità d'istituti spesso controversi. È il sistema di disclosure obbligatoria e di decisione informata. Assumendo quale punto di avvio la lettera codicistica, si traccia il percorso giuridico italiano in tema d'informazione, all'interno di un processo più ampio avviato a livello europeo nel perseguimento di un programma di apertura del mercato unico al traffico internazionale. L'attenzione viene posta, inoltre, sull'interpretazione dell'art. 2391 c.c. che assume, in materia di scambio dei flussi informativi interorganici e intraorganici, un ruolo di primaria importanza. Il consiglio e gli amministratori delegati non sono stati concepiti come entità giuridicamente e strutturalmente indipendenti l'una dall'altra perché, in caso contrario, sarebbe stato disatteso il disposto dell'articolo 2383, comma 1, c.c. che, testualmente, affida all'assemblea dei soci, artefici della scelta del sistema di amministrazione collegiale, la nomina dei gestori. D'altro canto, si dimostra la difficoltà di ammettere un'interpretazione della norma nel senso di imporre l'obbligo di disclosure all'amministratore delegato e non al management interessato facente parte del comitato esecutivo. L'esame critico del quadro normativo, di cui si sottolinea la rigidità, evidenzia gli svantaggi dell'eccessiva onerosità delle comunicazioni e le ricadute negative della rivelazione di segreti aziendali. Dalla trattazione emerge, poi, la scarsa nitidezza del rimedio giurisdizionale volto a far valere la responsabilità degli amministratori per danni da mancata, scorretta o incompleta informazione, quale conseguenza dell'assenza di uno strumento processuale valido. Il percorso tende così al raggiungimento di un equilibrio che passa attraverso la concezione dell'informazione, esterna ed interna, come due facce di una stessa medaglia, un unicum, dipendendo l'una dall'altra, pur se con propri spazi e confini.
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Titolo: La dimensione e l'incidenza dell'informazione sui poteri e sulle responsabilità nelle società per azioni
Autore:
Erika Cappuccio
Editore: Giappichelli
Data di Pubblicazione: 2020
Pagine: 230
Formato:
ISBN: 9788892133952