Negli anni del nuovo millennio, il processo di liberalizzazione senza limiti dell'economia, emancipata dal controllo degli Stati sovrani e, dunque, dalle coordinate tradizionalmente individuate da un lato dalla "politica" e dall'altro dal "diritto", ha portato ad una pluralità di crisi a livello globale: in particolare alla crisi finanziaria emersa nei mercati dei derivati si è aggiunta anche una grave e ricorrente crisi alimentare. Dopo molti decenni di relativa crescita delle produzioni agricole e che aveva fatto emergere, per via del protezionismo statale, la questione relativa alla gestione delle c.d. eccedenze produttive e senza, peraltro, condurre ad una più equa distribuzione degli alimenti tra i paesi più ricchi e quelli in via di sviluppo, il pianeta ha dovuto confrontarsi in misura nuova ed accentuata con il tema della sicurezza alimentare. Questa situazione ha generato molte tensioni sociali e suscitato molti interrogativi. Da una parte, si sono palesati i gravi limiti intriseci al modello socio-culturale affermatosi in maniera egemonica negli ultimi decenni del Novecento che ha puntato soltanto sull'autonomia privata e sulle libertà economiche senza alcun controllo sociale. Dall'altra, è riemersa in maniera inconfutabile la "eccezionalità" dell'agricoltura, quale forma di impiego, di governo e di amministrazione di risorse naturali sia pure a fini produttivi, rispetto agli altri settori economici, sì da giustificarne un trattamento "speciale". (Dalla Presentazione)
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Titolo: Cibo e diritti. Per un'agricoltura sostenibile
Autore:
Antonio Jannarelli
Editore: Giappichelli
Data di Pubblicazione: 2015
Pagine: 184
Formato: Brossura
ISBN: 9788892100541