Il romanzo narra alcuni fatti riferiti ad un boss mafioso di Cosa Nostra, un certo don Filicinu, visti negli aspetti più ironici che tragici attraverso l'uso di una terminologia e di un linguaggio che, alla siciliana, vengono chiamati "alla spicciolata". Contiene anche la presentazione ideale di un personaggio importante che opera nello stesso ambiente e che usa, bontà sua, un linguaggio definito in termini siculi "papale, papale". Il nostro protagonista viene presentato nelle vesti di: Padre. Avendo avuto grande ammirazione e considerazione verso un suo giovane affiliato, considerato come "u figghiuzzu du cori" su cui porre ciecamente la sua fiducia. Un giorno, in occasione del traffico di una partita di "merce bianca", ottiene in cambio un grande tradimento. Atroce è la sua vendetta. Padrino. Per aver accettato di cresimare il figlio di un suo fidato esecutore, considerato il suo braccio destro. Il giovane, impiantatosi poi in America, diventa grazie al suo aiuto un capo mafia importante e famoso d'oltre Oceano. Prima di partire, il giovane riceve l'investitura ufficiale in Cosa nostra. Padrone. Il boss evidenzia spietatezza e crudeltà estrema nei confronti di tre cosiddetti suoi "amici" che hanno osato mettere dei limiti alla sua autorità e alla gestione del suo territorio, condannandoli a una esecuzione esemplare.
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Titolo: Patri, patrinu e patruni
Autore:
Vincenzo Scuderi
Editore: youcanprint
Data di Pubblicazione: 2014
Pagine: 226
Formato:
ISBN: 9788891165862