E manu capere. Sedici lezioni strane a Brera

P. Rosa, M. Folci

Nel mondo greco-romano c'era un modo per liberare gli schiavi. Si andava davanti a un pretore, il padrone imponeva la sua mano sulla testa dello schiavo e lo faceva girare su se stesso. Questo gesto compiuto davanti al pretore significava che lo schiavo era liberato. Come ricorda Foucault, Seneca ed Epitteto citano questo rito che era a loro contemporaneo, come una metafora del potere della filosofia, perché la filosofia ha la capacità di liberare l'uomo, di affrancarlo, di farlo diventare libero. Se vogliamo contribuire alla costruzione di un movimento che modifichi lo stato delle cose presente, che provi a fermare o quanto meno a dominare troppo tracotantemente sulle nostre vite, abbiamo davvero bisogno di fare un giro su noi stessi, cioè abbiamo bisogno di strumenti, come quelli che possimo trovare in Foucault e in tanti altri. Però lasciate che ve lo dica, non abbiamo bisogno di nessuno che ci tenga la mano sulla testa.

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Titolo: E manu capere. Sedici lezioni strane a Brera
Autore: P. Rosa, M. Folci
Editore: Scalpendi
Data di Pubblicazione: 2012
Pagine:
Formato: Libro rilegato
ISBN: 9788889546529