Luciano Bianciardi si ribella a ogni definizione specifica. E' stato, infatti, tanti Bianciardi diversi. E ha sempre dato tanto e mai sottratto nulla all'interlocutore. Questo libro di scritti giornalistici appare un vero diario in pubblico(secondo la formula data da Elio Vittorini all' antologia autobiografia dei propri scritti) sincero e rivelatore della vivacissima curiosità e della straordinaria capacità dello scrittore maremmano di fiutare fatti e personaggi italiani. In annotazioni sornione o sferzanti, senza pretender di raggiungere la completezza esaustiva o la definitiva inesorabilità della sentenza, ma lasciando sempre un filo di speranza o almeno l'ironia di un sorriso persino ai peggiori, Bianciardi ha intrattenuto, scandalizzato, consolato i lettori sugli infimi e massimi problemi di questo Paese ovviamente senza trascurare quelli medi. La sua bellissima prosa sconfigge con un nitore d'evidenza la confusione dilagante, la costringe a una chiarificazione. Non a caso la raccolta curata con amore e fervore dalla figlia Luciana Bianciardi, si apre con un caso per così dire linguistico. Nessun autore contemporaneo ha avuto maggior cura della nostra lingua: Luciano Bianciardi, da Grosseto, insegnante, bibliotecario, giornalista, traduttore, redattore editoriale, romanziere, testimone di un tempo gramo, pare già un classico.
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Titolo: Chiese escatollo e nessuno raddoppiò. Diario in pubblico
Autore:
Luciano Bianciardi
Editore: Dalai Editore
Data di Pubblicazione: 1997
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788885987661