Dal 1511, per preparare e per mescolare i colori che servirono a dipingere i suoi capolavori, Leonardo da Vinci utilizzò una tavolozza di pietra bianca proveniente dai monti del Marchesato di Saluzzo. Quali rapporti ebbe con l'antico Stato e le sue principali personalità politiche e culturali? Perché fu un misterioso giureconsulto e mecenate saluzzese a salvarlo diplomaticamente e finanziariamente da un'intricata controversia sorta con la Repubblica fiorentina di Pier Soderini dopo il fallito tentativo di realizzazione del grande dipinto della Battaglia di Anghiari? È possibile che in un viaggio segreto avesse studiato le modalità realizzative del Buco di Viso, il primo traforo delle Alpi, fatto scavare dal Marchese Ludovico II ai piedi del Monviso? Perché una delle prime copie cinquecentesche dell'Ultima Cena fu fatta realizzare a Revello proprio nell'anno della morte del Genio? In una statua realizzata da uno scultore lombardo nel Saluzzese nei primi anni del Cinquecento si cela un ritratto di Leonardo da Vinci? Partendo dall'analisi di un manoscritto conservato all'Institut de France di Parigi, in cui Leonardo citò Saluzzo, il Monviso, la Certosa, il Mombracco, l'amico scultore Benedetto Briosco e la pietra da utilizzare come tavolozza, l'autore ci accompagna in un viaggio attraverso luoghi e opere d'arte dell'antico Marchesato.
Prezzo: € 18,50
Titolo: La tavolozza di Leonardo. Il genio di Vinci e l'antico Marchesato di Saluzzo
Autore:
Franco Giletta
Editore: Fusta
Data di Pubblicazione: 1900
Pagine: 128
Formato: copertina-morbida
ISBN: 9788885802933