Che cosa significa estrarre dal mare magnum della lirica d'amore di tanti secoli una scelta sempre limitata, sempre perfettibile di poesie che affrontano la passione amorosa nei suoi vari aspetti, dalla gioia alla noia, dalla gelosia all'odio, dalla tenerezza al dolore e al lutto per l'abbandono o la morte? Che cosa attira un lettore a sfogliare un'antologia la cui scelta, sempre arbitraria, dipende da altri e coinvolge un sentimento di portata così universale che tutti si può dire abbiano provato? Appunto la sua universalità, viene da rispondere alla seconda domanda, la sua valenza assoluta di passione umana immutabile nel tempo e nello spazio. La gioia, la meraviglia, la sofferenza della misteriosa Saffo sono nel fondo identiche a quelle che prova Sandro Penna, impolverato viandante tra le campagne e le periferie dell'Italia preindustriale. Lo struggente calcolato lamento di Dante o Petrarca supera l'oceano e trova un'eco sapiente e altissima in una piccola isolata signorina del Massachusetts, Emily Dickinson. E i paragoni si possono anche moltiplicare, e tutti portano a un identico risultato: l'amore è impossibile comunicarlo ad altri, raccontarlo come un fatto di cronaca, come un referto medico. Lo si può solo investire di metafore, folgorare di immagini, di figure, di simboli. L'amore quindi regna sovrano nella poesia lirica, dove esplica tutta la sua sentimentalità e il contrario di questa: la beffa, la parodia, l'ironia, l'invettiva. A questo punto si può anche rispondere alla prima domanda: un'antologia significa indicare una predilezione, una scelta la cui giustificazione ultima è celata in ciò che viene scartato. Se il discorso sull'amore, come afferma un celebre letterato francese, è d'una estrema solitudine, la poesia è sempre riuscita a raccontarla, attraverso il linguaggio e la sua possessione. Diverso è il discorso sull'amicizia, da sempre endiade privilegiata di una contrapposizione che tende a sfumare talvolta in sentimento indistinto. Soprattutto di fronte alla perdita, perché il linguaggio della morte sacralizza il congedo tra nostalgia e disperazione. La poesia, riguardo a questo sentimento, opera una più ardua selezione e, attraverso il sistema della retorica, lo chiude in immagini di repertorio, come l'aggettivazione che le accompagna. Succede anche con l'amore, ma la sua forza, sappiamo, permuta il falso nel vero, il banale nell'inconsueto. Per l'amicizia, invece, dobbiamo fidare nell'istinto. Labile come l'amore, soggetta all'intemperanza di un rapporto mai stabile per varie contingenze, l'amicizia vive in poesia più nel ricordo e nella fine che non nella sua pratica quotidiana, perché è la voce del silenzio che libera la parola. Tocca ai lettori di sostituirsi a chi ha curato la raccolta, cercare le assenze, intuire i motivi di presenze insolite, riformulare una propria idea antologica, oppure semplicemente abbandonarsi al flusso libero dell'evocazione e del ricordo di quei sentimenti che continuano a chiamarsi amore e amicizia. ( Piero Gelli) Le poesie sono state selezionate da Piero Gelli.
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Titolo: Amore e amicizia. Le 222 più belle poesie
Autore:
Piero Gelli
Editore: Dalai Editore
Data di Pubblicazione: 2003
Pagine:
Formato:
ISBN: 9788884904140