Perdere la testa. Abiezione, conflitto estetico e critica psicoanalitica

Giuseppe Civitarese

Nell'Interpretazione dei sogni di Freud, due bambini inscenano oniricamente una decollazione. Si trovano così riuniti suggestivamente il tema dell'infanzia (allegorizzato nella pittura classica dalle tante Madonne col bambino) e il tema della perdita della testa (che richiama le altrettanto numerose Salomè e Giuditte). Tali figure, onnipresenti nella cronaca e nel nostro immaginario, in questo volume vengono esaminate in riferimento ad una serie di modelli paradigmatici: dal suicidio-choc di Niente da nascondere, di Haneke, a Persona, di Bergman; dal Servo, di Losey, alla Lisabetta, di Boccaccio; dal video The Last Riot, dell'AES+F Group, ai cyborg di Nightmare Detective, di Tsukamoto, sino alle temibili eroine del Vas Luxuriae, di Corrado Govoni. L'autore indaga questa ossessione con i 'nuovi' strumenti della critica psicoanalitica. Perché ci interessiamo all'arte? Cosa ricaviamo dai contatti che, in forme diverse, cerchiamo di stabilire con questo mondo "altro" e - al tempo stesso - misteriosamente vicino? La tesi di fondo del libro è che l'arte non sia (solo) una forma passiva di evasione bensì anche una forma che coinvolge attivamente le strutture e i contenuti più profondi della nostra vita mentale, aiutandoci ad ascoltare e a dar voce alle nostre emozioni e ai nostri pensieri.

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Titolo: Perdere la testa. Abiezione, conflitto estetico e critica psicoanalitica
Autore: Giuseppe Civitarese
Editore: Clinamen
Data di Pubblicazione: 2018
Pagine: 138
Formato: Brossura
ISBN: 9788884102782